Andy Warhol e la cultura di massa americana

Venerdì 21 febbraio 2020, h. 18.30

Andy Warhol e la cultura di massa americana, a cura di Raffaella Colace (storica dell’arte, direttrice del Triangolo Galleria d’Arte)

Andy Warhol ha rivoluzionato l’arte e la concezione stessa del gesto artistico e lo ha fatto attraverso la ‘banalità’ del quotidiano, la cultura di massa, il “kitsch”. Attraverso la fotografia, la ripetizione serigrafica di immagini popolari – fossero esse l’incidente stradale piuttosto che la bottiglia di Coca Cola -, le riprese filmiche, gli scritti, egli ha registrato, o meglio ‘consumato’, tutto ciò che lo circondava. E lo ha fatto mettendo in piedi una vera e propria impresa commerciale, la famosa Factory, frutto dell’idea che l’arte sia nient’altro che un’industria e che pertanto rientri nelle logiche commerciali. Un approccio diametralmente opposto a quello dominante al tempo, quello degli espressionisti astratti come Jackson Pollock. Ma con che spirito Andy fece tutto ciò? Egli fu un critico disincantato e disilluso del sistema e della società dei consumi, oppure fu un artista perfettamente inserito nel meccanismo commerciale? La sua Pop Art costituisce una sorta di esaltazione del consumismo, oppure no? Probabilmente non c’è risposta, o meglio, nella sua arte ci sono entrambe…

Lungo questa traccia si svilupperà la conversazione di Raffaella Colace al Triangolo, mirata a offrire spunti di conoscenza e comprensione dell’opera di un artista che può essere considerato il Duchamp della seconda metà del Novecento.

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