Dove sono
Quando ai primi di marzo si è spento l’interruttore della vita frenetica ed è subentrato il silenzio cupo, ho visto vacillare lo spazio intorno a me. La sensazione più forte è derivata da l’interrompersi del rumore della città, che ha lasciato un’eco silenziosa in uno spazio senza tempo. Ho cercato pian piano di alleviare questo senso di angoscia e di superarlo attraverso una diversa prospettiva, quella che mi ha dato la possibilità, attraverso il ‘vuoto’, di percepire le trasformazioni silenziose delle cose intorno a me.
Questo lo spunto per il mio ultimo lavoro, che ha preso corpo da un primo abbozzo, con il fondo preparato a pennellate larghe, colature e velature su cui poi ho disegnato con gessetti l’immagine, facendola entrare in rapporto con lo spazio, anche per effetto della luce proveniente da sinistra. Il punto di vista ravvicinato e alto fa sì che gli oggetti risultino coinvolti in una sorta di movimento impercettibile, scivolando dentro a una visione grandangolare. Ne consegue allora quel che non è “natura morta”, bensì Stilleben, vale a dire una vita calma, quieta, anche muta.
g. l.